AIRB - ASSOCIAZIONE ITALIANA DI RADIOBIOLOGIA SEDE LEGALE: PIAZZA DELLA REPUBBLICA 32 MILANO
La radiobiologia è un’area multidisciplinare della scienza, che si propone di studiare, alla luce delle più recenti informazioni scientifiche, le modalità di interazione e gli effetti sugli organismi viventi, delle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti dell’intero spettro elettromagnetico, con l’inclusione quindi della radioattività, radiazioni ionizzanti, radiazioni ultraviolette, luce visibile, microonde, onde radio, radiazioni di bassa frequenza (ultrasuoni, radiazioni termiche, trasmissione elettrica alternata). E’ quindi una combinazione di biologia, fisica, chimica, genetica molecolare, patologia, clinica ed epidemiologia. Lo sviluppo di questa branca è iniziato  con la scoperta dei raggi X da parte di Roengten nel 1895, quando immediatamente fu chiaro che le radiazioni potevano avere sia effetti benefici che dannosi.  La prima applicazione fu quella diagnostica, vista la possibilità di esaminare l’osso. In Italia la prima comunicazione ufficiale di una radiografia di una mano (con anello) avvenne il 2 febbraio 1896 alla Reale Accademia dei Lincei per opera del Prof Ròiti di Firenze.  (segue)

 

Nello stesso anno 1985 della scoperta di Roengten uno studente di medicina di Chicago, Emil Grubbe, convinse il suo professore a consentirgli di trattare una paziente, Ms Rose Lee, con una recidiva locale di cancro della mammella: nasceva la Radioterapia Oncologica. Nel 1899 Thor Stenbeck a Stoccolma trattava con 100 frazioni in 9 mesi un carcinoma basocellulare della cute del naso, ottenendone una piena guarigione, documentata anche 30 anni dopo.

 

 Solo 4 mesi dopo la scoperta di Roengten venne riportato da John Daniel un caso di perdita di capelli durante una esposizione a scopo diagnostico: questa osservazione segna la data di nascita della radiobiologia, anche se la mancanza di un sistema accurato di dosimetria delle radiazioni limiterà per lungo tempo lo studio scientifico degli effetti biologici.  In Italia il 17 maggio 1896 fu pubblicato dal Dott Tommasi-Crudele nei “Rendiconti delle sedute della Reale Accademia dei Lincei” il primo lavoro sperimentale italiano di radiobiologia eseguito dal Dott. Stefano Capranica, che studiò le variazioni di CO2 su 6 topi albini e osservò che i topi “ durante 1 ora soltanto all’azione dei raggi X, corrono e arrampicano disordinatamente sulle pareti della gabbia”.

 

 

Nel 1896 Becquerel e Curie scoprirono l’esistenza in natura di sostanze radioattive: entrambi soffrirono di una dermatite acuta da radiazione o, come venne definita allora, “radium burn”. Il primo caso di cancro indotto dalle radiazioni venne descritto ufficialmente nel 1902. Ma già nel 1906 Bergonié e Tribondeau pubblicarono il lavoro sull’azione dei raggi  X nel testicolo ed enunciarono la loro famosa legge sulla radiosensibilità. Nel 1922 Dessaur proponeva la teoria del “target” per spiegare gli effetti biologici delle radiazioni. Nel 1927 Muller pubblicò su Science il primo lavoro quantitativo di radiobiologia, misurando il tasso di mutazioni nella Drosophila e dimostrando una correlazione dose-risposta.  Nel 1930 Claude Regaud dell’Istituto del Radium di Parigi gettava le basi del frazionamento in radioterapia, riportando risultati entusiasmanti nel trattamento del cancro della laringe.

  

Negli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso furono scoperti  l’effetto ossigeno e la radiolisi dell’acqua con la formazione dei radicali liberi. La radiobiologia fu tuttavia rivoluzionata nel 1956 quando Puck e Marcus usarono la tecnica appena sviluppata delle culture cellulari quantitative  per dimostrare la relazione esponenziale dose-risposta: questo studio fu la base per tutti i successivi esperimenti sugli effetti delle radiazioni sulle cellule e sui tessuti.

Da allora lo sviluppo della biologia delle radiazioni  è strettamente legato allo sviluppo della fisica nucleare e  della biologia cellulare; il crescente interesse sui pericoli e l’utilità delle radiazioni  di vario tipo ha inoltre contribuito alla crescita della disciplina.
L’Associazione Italiana di Radiobiologia (AIRB) si rivolge  a tutte le figure professionali che hanno interessi scientifici, culturali e professionali nella biologia delle radiazioni sia ionizzanti che non ionizzanti, includendo quindi soprattutto le branche della diagnostica per immagini, della radioterapia , della medicina nucleare, della fisica medica, della radioprotezionistica. Storicamente in Italia dalla fondazione nel 1913 della SIRM quasi tutti i congressi societari ebbero relazioni a tema sulla radiobiologia, fino a quando nel 1932 nacque la SIRB o Società Internazionale di Radiobiologia, fondati da un gruppo di medici molti dei quali non radiologi, fra i quali anatomici, fisiologi  e patologi di fama nazionale, tanto per dimostrare l’enorme interesse che suscitavano in molte branche della medicina gli effetti biologici delle radiazioni. I rapporti fra le neonata SIRB e la SIRM non furono sempre idilliaci  tanto che nel 1934 venne fondata da alcuni medici radiologi la NIRM, Nucleo Italiano di Radiobiologia Medica, indipendente sia dalla SIRM che dalla SIRB. Nel 1935, dalle stesse persone che guidavano la NIRM, fu fondata l’AIRB ovvero l’Associazione Italiana di Radiobiologia, come sezione della SIRM. Il suo Statuto all’articolo 1 recitava “ L’Associazione Italiana di Radiobiologia (Sezione della SIRM) è istituita allo scopo di promuovere e coordinare gli studi dei fenomeni nei quali esistono rapporti fra le radiazioni e le scienze biologiche”.  Questa complessa nascita di multiple associazioni può essere spiegata dal timore dei radiologi espresso in una lettera del 1935  del segretario dell’AIRB prof. Palmieri al Presidente SIRM prof. Siciliano:  “sottrazione non solo di fatto ma anche ufficiale da parte di cultori di altre branche della Medicina, e segnatamente clinici da un verso e biologi dall’altro ( da La Ricerca Radiobiologica In Italia di M. Di Paola, p23,  Idelson-Gnocchi, 2000)”.  Nel 1938  la SIRB, insieme con il Nucleo Italiano di Radiobiologia, confluì nell’AIRB. Dopo la seconda guerra mondiale nonostante cominciasse a svilupparsi prepotentemente l’attenzione sulle conseguenze delle esplosioni atomiche, l’AIRB, come le altre sezioni distaccate delle SIRM, venne sciolta. Il 27 Dicembre del 1959 venne rifondata l’AIRBM, Associazione Italiana di Radiobiologia Medica, il cui statuto all’articolo 2 recitava : La Società propone “lo studio e  la discussione dei problemi delle azioni delle radiazioni ionizzanti sulla materia vivente, con particolare riguardo  agli effetti sull’uomo”. Nel 1983 l’assemblea dei Soci modificò il nome da AIRBM ad AIRB e approvò una modifica dell’art.2 : “l’Associazione si propone lo studio e la discussione dei problemi delle azioni delle radiazioni sulla materia vivente, nei loro aspetti fisici, chimici, biologici e medici”.  Dopo alterne vicende e forse anche colpevoli disattenzioni sta oggi rinascendo l’interesse nella Radiobiologia grazie alla impressionante evoluzione delle tecniche radioterapiche e delle conoscenze biologiche. Ogni 2 anni in Italia viene organizzato il Congresso Nazionale di Radiobiologia, un appuntamento dove si confrontano le esperienze nazionali ed internazionali della ricerca di base e translazionale nel campo radiobiologico.  Il primo congresso della SIRB , “ I Congresso Internazionale di Elettro-Radio-Biologia”fu tenuto a Venezia nel settembre del 1934, ma il primo vero congresso di Radiobiologia in Italia è stato considerato quello organizzato a Bologna dai Nuclei Italiani di Radiobiologia nel 1935. Da allora, con le sigle NIRM (3), AIRB, sezione SIRM (1), AIRBM (11), AIRB (12) sono stati organizzati 27 Congressi Italiani di Radiobiologia. L’ultimo Congresso Nazionale, il XXVII Congresso AIRB, si è svolto a L’Aquila il 4-5 Luglio 2008.

 

Data di inserimento: 10/11/2009
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